- Storia del plogging
- Dove e come fare il plogging?
- Сome si diventa un plogger?
- Cosa devi sapere prima di partire per un’Eco Corsa e cosa raccolgono i plogger?
1. Storia del plogging
]Il plogging si riferisce al processo di raccolta della spazzatura durante il jogging e il termine è il risultato della fusione di due parole: “plocka” (in svedese: sollevare) e “jogging“ (in inglese: correre).
Il plogging è nato in Svezia nel 2016 come attività sportiva e si è rapidamente diffuso in tutti i paesi, principalmente attraverso i social media.
L’ecologo svedese Erik Ahlström, appassionato di jogging leggero all’aria aperta, si trasferì da una piccola città a Stoccolma. Fu molto colpito dalla quantità di spazzatura presente nelle strade della capitale. Iniziò quindi a portare con sé dei sacchetti durante gli allenamenti, mettendo al loro interno tutto ciò che trovava per strada.

Inoltre, ha creato il sito web Plogga.se per trovare e premiare i volontari su Internet. Il sito è disponibile anche in inglese, così è possibile familiarizzare con i concetti generali e gli eventi di questo movimento.
Il britannico David Sedaris, uno dei fondatori del plogging, ha combinato la raccolta dei rifiuti con l’esercizio, facendo fino a 60 mila passi al giorno alla ricerca della spazzatura locale. È stato molto efficace nel mantenere pulita la sua zona, che l’autorità locale ha chiamato un camion della spazzatura con il suo nome.

Inoltre, il neonato movimento è entrato subito a far parte del tradizionale stile di vita originario “Hygge”, basato sul legame con la natura e la sua protezione.
2. Dove e come fare il plogging?
Gli eventi organizzati per gli appassionati possono essere di quattro livelli:
- Plogging “a casa” – pulire il vicinato, il cortile;
- A livello scolastico, coinvolgendo un gruppo di amici o una squadra sportiva;
- Plogging “aziendale” – un ottimo modo per unire il team dell’azienda, divertirsi all’aria aperta e fare una buona azione;
- Organizzazione di eventi regionali;
- Conferenze e progetti a livello municipale o nazionale.
È anche un ottimo evento informativo che i partecipanti possono condividere sui social network e quindi attirare l’attenzione sui problemi associati ai rifiuti e all’inquinamento ambientale.
Non ti piace correre? Nessun problema!
Ora, prendendo spunto dal plogging, si stanno sviluppando attivamente l’eco kayak e l’eco immersione, così come le passeggiate lungo le spiagge con la raccolta dei rifiuti.
Ora, purtroppo, la spazzatura è presente praticamente ovunque, quindi non sorprende che siano emerse anche attività “esotiche” come l’eco-arrampicata. Un plauso agli attivisti del movimento Eco-Everest che hanno rimosso 13.500 kg d’immondizia dalla montagna più alta del mondo!

Un movimento come Planet Patrol (ex Plastic Patrol) ha dimostrato una grande efficienza, che, oltre a combinare attività fisica e raccolta dei rifiuti, si propone di raccogliere dati utili, ad esempio, indicare i luoghi d’inquinamento su una mappa, scattare fotografie di oggetti tra la spazzatura per capire quali sono le marche più inquinanti per la natura. Creano mappe dei rifiuti, analizzano i dati e conducono studi ambientali pertinenti sulla base dei dati raccolti dai volontari.

3. Сome si diventa un plogger?
Dovrai semplicemente:
- Indossare abiti comodi e scarpe da ginnastica.
- Portare con te uno, o preferibilmente due, robusti sacchi per la spazzatura. Durante la corsa potrai appenderli dal lato sinistro e destro per distribuire il carico in modo uniforme.
- Raccogliere i rifiuti trovati lungo il percorso.
- Puoi scattare una foto al “tesoro” e postare la foto con l’hashtag #plogging su Instagram.
Congratulazioni, sei diventato un plogger!
4. Cosa devi sapere prima di partire per un'Eco Corsa e cosa raccolgono i plogger?
Regola 1. Il plogging non dovrebbe essere una corsa da record o un rischio per la salute. I suoi obiettivi principali sono trascorrere attivamente e in modo utile il tempo all’aria aperta, nonché rendere il luogo in cui si vive più confortevole e pulito. Aiuta a ritrovare l’armonia con la natura e ad aumentare la consapevolezza ambientale. I genitori o gli educatori che praticano il plogging danno un grande esempio ai loro figli promuovendo una cultura della cura dell’ambiente.
Regola 2. I plogger non sono addetti alle pulizie professionali e non hanno il compito di ripulire enormi discariche. Se trovi una discarica di questo tipo, devi contattare il comune che ha attrezzature e personale adeguati.
Regola 3. Devono essere osservate rigorose norme igieniche e devono essere utilizzati guanti protettivi e sacchetti per rifiuti. I rifiuti raccolti dovrebbero quindi essere divisi per la raccolta differenziata.

Quindi è tutto semplice! Il plogging può essere un grande hobby e, in una certa misura, anche una terapia psicologica, perché aiutando le altre persone e la natura aiuti te stesso. Diventi migliore, più consapevole, dai il buon esempio alle altre persone. Ricordi la frase “Pensa globalmente, agisci localmente”? E il plogging è un ottimo modo per dare il tuo piccolo ma molto importante contributo locale!